Una lettera al Premier da me che non sopporto il Natale

Chiara Galeazzi
5 min readNov 14, 2020

Ma forse è solo un conflitto tra religione ed esoterismo, avendo sviluppato poteri magici nel primo lockdown

“Signora è nato, sta bene, ha già un anno”

Caro Presidente Conte,

mi chiamo Chiara G, abito a Milano (proprio Milano Milano), ho 33 anni e frequento casa mia.

Seguo le sue regole e a dimostrarlo le posso dire che a furia di strofinare saponi e gel ho consumato due tubetti di crema per le mani in quattro mesi. Due! Capisce? No, non lo capisce, nessun uomo capisce questo stupore nel finire un tubetto di crema mani, il corrispettivo per un beauty case del concentrato di pomodoro per il frigorifero. A maggio ho chiesto a un virologo “Ma io la crema mani la posso mettere dopo il gel mani o vanifico l’effetto igienizzante?” e quello mi ha detto “Ma la crema si mette giusto la sera prima di andare a dormire”. Chissà quanto sono ruvide le mani di quel virologo. Io invece da quando mi spalmo crema tutti i giorni, io ho le mani così morbide che mi faccio male ad aprire le bottiglie d’acqua. Nessun problema a stappare quelle di vino.

Rappresentazione della morbidezza delle mie mani

Settimana scorsa qualcuno ha iniziato a fare l’albero di Natale. L’ha fatto anche l’imprenditrice digitale mia omonima. Posso capire la rabbia del lockdown, posso capire la noia di vedere la casa sempre uguale, ma qui stiamo esagerando. Condivido con altre persone nate a dicembre la frustrazione di nascere in un mese dove il proprio compleanno viene inghiottito da un compleanno molto più famoso. Per gli sciagurati nati dal 15 dicembre in poi si manifesta nella tradizione di accorpare i regali, così invece di avere due regali brutti ne hai solo uno brutto, però un po’ più grosso. Io sono nata il tre dicembre e ho potuto contare sul confine dell’Immacolata Concezione (giorno a partire dal quale è lecito parlare di Natale), ma negli anni questo muro è stato sempre più eroso. Le agenzie di comunicazione si sono sempre più impigrite e per non restare senza temi hanno anticipato il Natale a fine novembre — ho molti amici nella comunicazione, quindi posso parlarne male. Quest’anno però stiamo esagerando: il Natale è arrivato a inizio novembre, come se non avessimo già abbastanza problemi.

Presidente, la verità è che quando sono partite le minacce al Natale, la prima cosa che ho pensato è che io avessi dei poteri. Forse la storia della visualizzazione raccontata ne Il Segreto di Rhonda Byrne esiste davvero. Ho pensato tante volte a quanto fosse ansiogeno e carico di aspettative e sentimenti di nostalgia il Natale che sarebbe meglio evitarlo. Starà pensando che non esistono esseri umani con il potere di cambiare gli avvenimenti storici, lo capisco. Però lo sa Presidente che io riesco a prevedere tutte le volte che mi sta per arrivare un bonifico dalla S.I.A.E.? Giuro. Me lo sento dentro. Mi dirà che arrivano sempre nello stesso periodo, ma io sono iscritta da troppo poco in S.I.A.E. per sapere esattamente quando mandano i bonifici. Comunque non mi arriva granché, non è un gran potere. Ma quando è iniziata a girare la notizia che forse saremmo stati in lockdown anche a Natale ho pensato, “Non è che con tutti i rametti di Palo Santo che ho bruciato, ho anche cambiato la mia aura e adesso ho poteri più grandi?”.

AMO CIOÈ SONO TROPPO IO UN PO’ STREGA OHIIIIIIIII

Le sembrerò Scrooge del Canto di Natale in questo momento, ma ci sono sostanziali differenze tra me e lui: prima cosa, essendo una partita iva a regime forfettario io sono contemporaneamente Scrooge e il suo dipendente Bob Cratchit, il contabile sfruttato che guadagna una miseria; seconda cosa, Scrooge non ha mai dovuto spiegare a un parente perché non ha uno stipendio fisso, altrimenti i fantasmi dei Natali passati, presenti e futuri gli sarebbero venuti in sogno per offrigli un abbraccio e un gin tonic.

Da bambini il Natale è carino, fai quella cosa di dare biscotti a un signore anziano senza sapere dell’esistenza del diabete e usi dei vezzeggiativi per la parola “latte” come se non fossero inquietanti. Poi per due giorni ti sballottano da una casa a un’altra dove ti rimpinzano di cibo e regali e soldi e complimenti, e al primo cenno di frigna ti caricano in macchina e sei di nuovo nella tua stanzetta. Poi cresci e il Natale diventa sempre più carico di norme da rispettare e ansia da prestazione riguardo a chi ha più regali e chi sta più ore seduto a tavola e “Oh no, hai solo tre cugini? Io ne ho 14. E solo da parte di madre!” Con il tempo i giochi finiscono, le domande si fanno più insidiose e inizi a dare senso a quello che si dicono gli adulti al tavolo alle tue spalle mentre spaccano noci furiosamente, ma non commenti perché sei ancora troppo impegnato a contare i soldi nelle buste, come uno spacciatore. Poi finiscono gli anni dell’istruzione, finiscono le buste dei soldi e alcune persone che volevi vedere a Natale non le vedrai più. Tra quelle che rimangono, alcune sviluppano filosofie politiche di riferimento opposte alle tue (un modo carino per dire che diventano sempre più di destra) e sono in disaccordo con lo stile di vita che hai deciso di seguire, quello stile di vita che si chiama tardocapitalismo.

Presidente, lei da qualche anno a Natale farà un figurone coi parenti, io al massimo posso distrarli con qualche racconto di incontri con dei VIP, ma quest’anno sono stata a casa tutto il tempo, che gli dico? Al massimo potrei dire “Ho scritto una lettera al Presidente del Consiglio e lui mi ha risposto”, ma non ho chance perché non sono un bambino brianzolo che vuole far lavorare un signore anziano nella notte di un festivo durante una pandemia “tanto gli lascio il gel igienizzante” — il prossimo passo è la candidatura a sindaco di Milano.

Incontro VIP del 2019, l’asticella per il 2020 era molto alta.

Insomma, mi faccia fare bella figura quest’anno. Mi mandi una mail in cui dice che è un atto di responsabilità se a questo giro rimandiamo tutto a momenti migliori (non lo so, magari per seguire una puntata di Sanremo, oppure a Pasqua, che nessuno fa a gara a chi ha più spirito pasquale) e già che è lì scriva una cosa tipo che gli scienziati troveranno la cura per il coronavirus solo se smettono di chiedermi quando mi sposo.

Cordiali Saluti

E se non ci sentiamo prima, buon anno

--

--

Chiara Galeazzi

Autrice tv e web Spassolini è il programma per Radio Raheem sulla comicità, Réclame il podcast sulla pubblicità